sabato 16 marzo 2013

La storia di Iqbal Masih



                                           Iqbal Masih nacque nel 1983 in una famiglia molto povera. Quando aveva cinque anni, i suoi familiari si indebitarono per pagare le spese matrimoniali della primogenita, e fu venduto dal padre (per la cifra di 26 dollari) a un fabbricante di tappeti.
Da quel momento in poi fu costretto a lavorare ingiustamente come uno schiavo, incatenato a un telaio, per circa quattordici ore al giorno, con lo stipendio pari ad una sola rupia (corrispondente a pochi centesimi di euro).
Cercò parecchie volte di sfuggire al padrone, ma veniva trovato subito, e per punizione veniva rinchiuso in una cisterna sotterranea senza ricambio d'aria.
Un giorno del 1992 uscì di nascosto dalla fabbrica/prigione e partecipò, insieme ad altri bambini, ad una manifestazione del "Fronte di Liberazione dal Lavoro Schiavizzato", nella quale si celebrava la «Giornata della Libertà». In questa occasione Iqbal decise di raccontare spontaneamente la sua storia e la sofferenza degli altri bambini che lavoravano assieme a lui.

Iqbal attivista

Dal 1993 cominciò quindi a tenere una serie di conferenze internazionali, sensibilizzando l'opinione pubblica sui diritti che nel suo paese erano negati ai bambini, e contribuendo al dibattito sulla schiavitù mondiale e sui diritti internazionali dell'infanzia.
Nel dicembre del 1994 ottenne un premio (sponsorizzato da un'azienda di calzature) di 15.000 dollari, con il quale decise di finanziare una scuola nel natìo Pakistan. In una conferenza a Stoccolma, affermò che "Nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento di lavoro. Gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano sono penne e matite". Ricevette una borsa di studio, ma la rifiutò: aveva deciso di rimanere in Pakistan, per per portare avanti la sua campagna.
Nel 1995, nella città di Lahore, partecipò ad una conferenza contro la schiavitù dei bambini. Grazie a lui, circa tremila piccoli schiavi poterono uscire dalla loro condizione: sotto la pressione internazionale, il governo pakistano iniziò infatti a chiudere decine di fabbriche di tappeti.

L'omicidio

Il 16 aprile 1995, a solamente 13 anni, Iqbal Masih venne assassinato, mentre si stava recando in bicicletta in chiesa (l'edificio era situato nei pressi della casa di sua nonna dove poi sarebbe andato).
La polizia pakistana attribuì il gesto ad un contadino col quale Iqbal avrebbe avuto una fantomatica lite.
Alcuni testimoni affermarono di aver visto una macchina (dai finestrini oscurati) avvicinarsi al ragazzo in bici. Dall'auto sarebbero poi partiti dei colpi di arma da fuoco che ne avrebbero causato la morte.
I bambini devono andare a scuola , imparare a leggere, a scrivere.... Non andare a lavorare per pagare i debiti.

 

sabato 2 marzo 2013

Regolamento sull'utilizzo del laboratorio di informatica


REGOLAMENTO SULL’UTILIZZO DEL
LABORATORIO DI INFORMATICA
1. È consentito agli alunni accedere al laboratorio di Informatica solo se accompagnati da un
docente.
2. Ad ogni alunno è assegnata una postazione. Ogni docente è tenuto a controllare che gli alunni
rispettino le loro postazioni, salvo decisione diversa dello stesso docente accompagnatore.
3. Le classi non devono occupare il laboratorio nelle ore curriculari di Informatica, dove
previste, salvo diversi accordi tra docenti.
4. La configurazione dei computers non deve essere modificata per nessun motivo.
5. Non si possono creare nuovi utenti e occorre entrare solo dall’utente “Postazione” seguita dal
numero del PC.
6. Gli studenti devono usare la “pen drive” personale sui computers dei laboratori controllandola
prima e dopo l’uso con l’antivirus installato nel pc.
7. I docenti sono tenuti a controllare con il programma antivirus i dischetti che vengono
utilizzati su un qualsiasi computer della scuola.
8. È responsabilità del docente verificare volta per volta l’integrità dell’apparecchiatura
utilizzata e segnalare eventuali problemi.
9. È vietato riprodurre e/o distribuire il software installato nei computers se non è libero da
copyright.
10. Non si deve installare nei computers nessun tipo di videogioco né scaricare da Internet
programmi senza chiedere il permesso al responsabile del laboratorio.
11. Ogni docente deve annotare nella sezione “Argomento delle lezioni …” del registro di classe
che l’attività si è svolta nell’aula di informatica.
12. Ogni docente e/o alunno deve segnalare eventuali anomalie e/o non integrità delle
apparecchiature rilevate all’inizio della lezione. La segnalazione va fatta al docente
responsabile e, in sua assenza, al docente collaboratore del Dirigente scolastico.
13. È vietato manomettere i files e le cartelle nelle postazioni dei propri compagni.
14. Non lasciare nel desktop dei computers i lavori svolti e le icone dei collegamenti. Tutti i files
prodotti vanno sistemati nelle proprie cartelle create dentro alla cartella “Documenti”.
15. Al termine di ogni lezione l’aula di Informatica deve essere lasciata in ordine; gli alunni che
la utilizzano all’ultima ora devono spegnere i computers in modo corretto (casse e monitor
compresi).
16. L’aula di Informatica è un’aula didattica e non una “sala giochi”. Non si devono usare i
computers per “chattare”, giocare, navigare nei social network o scaricare da Internet tutto
quanto non è pertinente con l’attività didattica che si sta svolgendo.
17. Il mancato rispetto del presente regolamento comporta l’esclusione dall’attività nell’aula di
Informatica o, nei casi previsti dal regolamento di Istituto, l’applicazione delle sanzioni.
18. Il presente regolamento, valido per l’intero anno scolastico, è consegnato a ciascun docente e
a ciascun alunno; una copia viene consegnata al Dirigente scolastico e una copia viene affissa
nel laboratorio di Informatica.